Correre sulla sabbia: pro e contro secondo l’ortopedico
Correre sulla sabbia fa bene o fa male? A cosa bisogna prestare attenzione per un sano beach running durante la stagione estiva? Scopriamo cosa suggerisce l’ortopedico.
Correre in spiaggia: i benefici
Il jogging sulle spiagge sabbiose, preferibilmente ampie e in piano, fa bene perché:
- migliora la propriocezione, ovvero la capacità di riconoscere la posizione e il movimento del proprio corpo nello spazio senza il supporto della vista; l’instabilità della superficie d’appoggio consente infatti di affinare le doti di adattamento del piede e l’equilibrio;
- intensifica lo sviluppo della massa muscolare, soprattutto di quadricipiti, polpacci e glutei, ciò poiché richiede più potenza e resistenza di una consueta corsa su strada o tapis roulant;
- accelera il metabolismo, un fabbisogno energetico più elevato comporta altresì un consumo calorico più elevato di circa il 30%;
- preserva le articolazioni delle caviglie, grazie all’azione ammortizzante della sabbia;
- avvantaggia la respirazione, l’umidità e la bassa pressione agevolano la predisposizione del corpo a immagazzinare ossigeno.
Corsa sulla sabbia: le controindicazioni
Si sconsiglia di correre sulla sabbia se:
- si hanno disturbi osteoarticolari, in modo particolare a ginocchio e anca, quali verranno sottoposti a ripetute sollecitazioni;
- il terreno è molto pendente, quale può creare o esacerbare patologie sia a livello podalico, sia sovrapodalico (come la bascula di bacino oppure il valgismo del ginocchio);
- si hanno mancata o scarsa preparazione, incompatibili con l’intensità del tipo di allenamento;
- si indossano sandali o scarpe non adeguate, il rischio è di provocare dolori plantari, vescicole e/o gonalgie.
Le patologie da allenamento in spiaggia
Le complicazioni più diffuse associate al beach running sono:
- infiammazione del tendine d’Achille, quello che unisce l’osso del tallone ai muscoli del polpaccio;
- fasciopatia plantare, caratterizzata da dolore nella parte inferiore del tallone sotto carico;
- tendinopatia del tibiale posteriore nei podisti pronatori, un’usura e/o lacerazione del tendine che passa dietro e intorno al lato interno della caviglia;
- tendinopatia dei peronei nei supinatori, spesso confusa con la distorsione laterale di caviglia, è una lesione dei tendini dovuta a continui movimenti di inversione del piede contro resistenza.
Scarpe per correre sulla sabbia: sì o no?
La corsa a piedi nudi (barefoot) rinforza i muscoli della pianta del piede e del polpaccio; attiva i recettori dell’equilibrio e migliora l’assetto posturale. Tuttavia, non può essere improvvisata. Con piedi non abituati sarebbe opportuno non superare i 10 minuti di corsa.
Corsa sulla spiaggia: le raccomandazioni
Ecco 9 consigli per chi intende affrontare la corsa in spiaggia:
- fare un riscaldamento di 20 minuti sul fondo duro del lungomare e/o esercizi di stretching;
- approcciarsi alla sabbia in maniera graduale, dapprima su quella bagnata, poi quella battuta e solo in ultimo quella soffice;
- correre per tratti brevi (massimo 1 Km);
- usare calzature da running, preferibilmente in tessuto elastico e traspirante con la suola sufficientemente morbida da potersi adattare ai movimenti del piede;
- invertite spesso la direzione di marcia per scongiurare l’asimmetria posturale;
- alternare la corsa in spiaggia con quella in strada per non sfiancarsi e incorrere in lesioni;
- allenarsi al mattino presto o al tramonto, quindi evitando le ore più calde della giornata;
- idratarsi sia durante che dopo la sessione di corsa;
- al termine, camminare in acqua per godere dell’effetto idromassaggio che le onde del mare donano ai muscoli.