Crollo vertebrale: cause, sintomi e trattamenti
Crollo vertebrale: cos’è
Si definisce crollo vertebrale il collasso o cedimento delle vertebre che compongono la colonna. Quando quest’ultima cede subisce una deformazione, più specificatamente una riduzione in altezza di almeno il 20% (o 4 mm).
Cenni anatomici
La colonna vertebrale (detta anche spina dorsale o rachide) è formata da 33 o 34 vertebre (dipendentemente dal fatto che le vertebre coccigee siano tutte fuse tra loro o che una di esse risulti separata), così ordinate:
- 7 vertebre cervicali, in corrispondenza del collo;
- 12 vertebre dorsali, disposte lungo la parte centrale della schiena;
- 5 vertebre lombari, allineate nella parte bassa della schiena;
- 5 vertebre sacrale, situate in prossimità del bacino;
- 4 o 5 vertebre coccigee, collocate subito sotto quelle sacrali.
Crollo vertebrale: tipi
Un crollo vertebrale può essere descritto in base alla localizzazione della deformazione, ovvero:
- a cuneo, quando la riduzione di altezza si osserva solo nella porzione anteriore del corpo della vertebra;
- biconcava, quando la riduzione di altezza si osserva solo nella porzione centrale del corpo della vertebra;
- plana, quando la riduzione di altezza si osserva su tutto il corpo vertebrale.
Il crollo vertebrale può essere inoltre classificato in base alla gravità della deformazione, che può essere:
- lieve, per una perdita di altezza tra il 20 e il 25%;
- moderata, per una perdita di altezza tra il 25 e il 40%;
- grave, per una perdita di altezza maggiore al 40%.
Crollo vertebrale: cause
Nella maggior parte dei casi, il cedimento vertebrale è una conseguenza dell’osteoporosi, che provoca una perdita di densità delle ossa, rendendole più vulnerabili. In altri casi, può essere associato a:
- traumi diretti;
- tumori vertebrali o metastasi;
- infezioni ossee, come la spondilodiscite;
- patologie infiammatorie croniche, come l’artrite reumatoide (anche giovanile);
- indebolimento osseo dovuto a fattori ormonali legati alla menopausa, uso di farmaci (come il cortisone), scarso movimento fisico e terapie antitumorali.
Crollo vertebrale: sintomi
I pazienti che subiscono un crollo vertebrale presentano solitamente questi sintomi:
- dolore locale, a seconda di quale zona del rachide sia stata colpita;
- dolore irradiato, per possibile compressione di nervi;
- posizione antalgica di difesa dal dolore;
- diminuzione della mobilità e della flessibilità;
- difficoltà a mantenere la postura eretta;
- deformità e anomalie nelle lordosi o nelle cifosi (le curve fisiologiche della colonna);
- riduzione della statura, in particolare nei casi di crolli vertebrali multipli.
Crollo vertebrale: diagnosi
In caso di crollo vertebrale il processo diagnostico, di norma, prevede:
- l’anamnesi, cioè la raccolta di tutte le informazioni fornite dal paziente, così che il medico possa indirizzarsi verso la corretta individuazione della patologia;
- l’esame obiettivo, valutazione clinica, fisica, dei segni indicativi di un disturbo;
- la risonanza magnetica (RM), quale permette di determinare lo stato dei tessuti molli e di identificare eventuali danni ai dischi intervertebrali o alle strutture nervose;
- la tomografia computerizzata (TC), utile per individuare fratture complesse.
Crollo vertebrale: trattamenti
I crolli vertebrali lievi vengono generalmente trattati con terapie conservative, quali includono:
- riposo;
- antidolorifici, dotto stretto controllo medico;
- uso di busti o corsetti;
- fisioterapia.
I crolli vertebrali moderati o gravi vengono invece trattati con la chirurgia. Le tecniche più utilizzate sono:
- vertebroplastica, una metodica mininvasiva che consiste nell’iniettare cemento osseo nella vertebra deformata, in modo da ripristinarne forma, resistenza e stabilità;
- cifoplastica, una metodica mininvasiva che prevede l’inserimento di dispositivi espandibili all’interno della vertebra deformata, così da ripristinare parzialmente l’altezza vertebrale;
- artrodesi vertebrale, un tipo di intervento utilizzato nei crolli più complessi, ossia quelli che comportano stenosi del canale vertebrale e sintomi neurologici; comporta il posizionamento di barre e viti per saldare la colonna vertebrale.
Crollo vertebrale: prevenzione
Per contrastare l’indebolimento osseo all’origine dei crolli vertebrali si raccomanda di:
- fare attività sportiva, regolare e commisurata alla propria preparazione fisica; in terza età, si consiglia la ginnastica dolce per anziani.
- seguire una dieta ricca di calcio e vitamina D, fondamentali per mantenere le ossa forti e in salute;
- sottoporsi a controlli medici regolari, per un’eventuale diagnosi precoce dell’osteoporosi mediante densitometria ossea, così da adottare misure tempestive;
- evitare fumo e abuso di alcol, fattori che possono indebolire le ossa e accelerare il processo di demineralizzazione ossea.