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Ginnastica hipopressiva

Ginnastica hipopressiva: i benefici fisioterapici

La ginnastica hipopressiva (o ipopressiva) è stata sviluppata negli anni ’80 da Marcel Caufriez, dottore in Scienze Umane e Riabilitazione. È oggi considerata una disciplina fisioterapica valida e versatile, con molteplici benefici sia in ambito riabilitativo che preventivo. 

Ginnastica hipopressiva: cos’è?

Il termine “hipopressivo” deriva dalla combinazione delle parole greche “hypo”, che significa “sotto” o “ridotto”, e “pressio”, che indica la pressione. La ginnastica hipopressiva, o più accuratamente la ginnastica addominale ipopressiva (GAH) si basa infatti su tre principi fondamentali:

  1. riduzione della pressione intra-addominale, attraverso il controllo della respirazione e della postura; in netto contrasto con le tradizionali attività fisiche che tendono, invece, ad aumentare la pressione nella cavità addominale;
  2. attivazione riflessa dei muscoli posturali profondi, soprattutto a livello del pavimento pelvico e dei muscoli trasversi dell’addome;
  3. recupero e prevenzione, del tono muscolare e della funzionalità del pavimento pelvico e dei muscoli trasversi dell’addome.

Ginnastica hipopressiva: quali benefici offre?

Studi scientifici hanno dimostrato che la ginnastica ipopressiva offre numerosi benefici:

  • rafforza il pavimento pelvico, utile a contrastare le disfunzioni del pavimento pelvico, come l’incontinenza urinaria, di feci o gas, il prolasso uterino, vescicale o rettale, ecc.;
  • corregge la postura, lavorando sulla funzione di sostegno dei muscoli trasversi dell’addome e del pavimento pelvico e sulla stabilizzazione della colonna vertebrale, il che contribuisce ad alleviare il dolore lombare cronico;
  • riduce la diastasi addominale, ossia la separazione dei muscoli retti addominali, condizione comune soprattutto nelle donne dopo il parto (diastasi addominale post-parto); 
  • migliora la funzione respiratoria, grazie al controllo del diaframma;
  • migliora le funzioni sessuali, poiché incrementa la consapevolezza corporea e, nello specifico, del pavimento pelvico.
  • migliora la vascolarizzazione pelvi-perineale e degli arti inferiori, utile a prevenire e ridurre gli edemi (ossia l’accumulo di liquido) e il senso di pesantezza alle gambe;
  • previene ernie inguinali, addominali, femorali, poiché evita un sovraccarico della parete addominale, riducendo il rischio che i tessuti deboli vengano spinti verso l’esterno, e migliora la gestione della pressione interna, favorendo una distribuzione più uniforme delle forze all’interno dell’addome e evitando stress su eventuali punti deboli della parete muscolare;
  • prepara il paziente nella preabilitazione (riabilitazione preoperatoria) e favorisce il recupero nella riabilitazione post-operatoria, in vari contesti clinici. 

Ginnastica hipopressiva: in quali casi è consigliata?

Alla luce dei suoi molteplici benefici, è comprensibile che la ginnastica hipopressiva venga utilizzata in diversi ambiti della riabilitazione e prevenzione. Ecco quando è maggiormente consigliata:

  1. nel post-parto, fase in cui molte donne sperimentano la diastasi addominale e la debolezza – o più propriamente l’ipotonia – del pavimento pelvico;
  1. dopo i 40 anni, quando il pavimento pelvico, sia nelle donne che negli uomini, inizia a manifestare i primi segni di invecchiamento muscolare, il che aumenta il rischio di disfunzioni pelviche e posturali;
  • in menopausa, poiché la riduzione degli estrogeni può causare un indebolimento del pavimento pelvico e quindi una maggiore predisposizione a incontinenza e prolassi;
  1. a seguito di interventi chirurgici alla prostataper ristabilire il controllo vescicale e prevenire la disfunzione erettile e l’aneiaculazione (l’incapacità di eiaculare);
  1. prima e dopo interventi di chirurgia addominale, quindi sia per la preparazione che per il recupero post-operatorio in caso di ernie addominali, inguinali e femorali;
  1. prima e dopo un intervento di chirurgia bariatrica, quale si occupa del trattamento chirurgico dei pazienti affetti da obesità;
  1. prima e dopo un intervento di chirurgia della colonna vertebrale;
  1. in caso di dolore lombare cronico;
  1. nello sport ad alto impatto, per migliorare la stabilità del core (l’insieme dei muscoli profondi che stabilizzano e supportano la colonna vertebrale, il bacino e l’area addominale) e la capacità respiratoria e così prevenire lesioni muscolari e migliorare la performance sportiva.