Legamenti della mano: cosa fare in caso di lesione?
Legamenti della mano: quali sono?
I legamenti della mano sono fasci di tessuto connettivo che collegano tra loro le ossa, garantendo stabilità e movimento alle articolazioni. La mano è costituita da numerose articolazioni, e ogni articolazione è sostenuta da legamenti specifici, ciascuno con specifiche funzioni, ovvero:
Legamento | Ossa coinvolte | Funzione |
Legamento radio-ulnare | Unisce radio e ulna. | Stabilizza l’articolazione tra radio e ulna, permettendo il movimento di pronazione e supinazione dell’avambraccio. |
Legamento radio-carpale dorsale | Unisce radio e ossa del carpo dorsale. | Stabilizza il polso nella parte dorsale, limitando l’estensione eccessiva. |
Legamenti intercarpali prossimali | Uniscono gli elementi ossei del carpo situati vicino a ulna e radio. | Mantiene la stabilità tra le ossa prossimali del carpo, permettendo la flessibilità e la coordinazione del polso. |
Legamenti intercarpali distali | Uniscono gli elementi ossei del carpo situati distanti da ulna e radio. | Stabilizzano le ossa distali del carpo, limitando movimenti eccessivi tra le ossa più distali del carpo. |
Legamenti carpo-metacarpali | Uniscono le ossa di carpo e metacarpo. | Stabilizzano l’articolazione tra carpo e metacarpi, permettendo i movimenti delle dita e la presa. |
Legamenti intermetacarpali | Uniscono le ossa metacarpali tra loro. | Mantengono la coesione tra le ossa metacarpali, stabilizzando la mano e garantendo una corretta distribuzione delle forze durante la presa. |
Legamenti della mano: come possono lesionarsi?
Le cause
Essendo strutture molto resistenti ma relativamente poco elastiche, i legamenti possono lesionarsi se sottoposti a:
- traumi diretti, come una caduta o un impatto violento, tipici negli sport da contatto ad alta intensità come il rugby e le arti marziali;
- movimenti ripetitivi del polso o delle dita, come la digitazione prolungata o i lavori manuali intensivi, che causano microtraumi, quindi indebolimento, quindi lesioni;
- invecchiamento, quale rende i legamenti meno flessibili, quindi più fragili e più soggetti a danneggiarsi anche in seguito a traumi di minore entità.
I tipi di lesione
Le lesioni possono essere di diverso grado in base all’entità dell’evento traumatico:
- grado 0, quando il trauma articolare non comporta alcun danno anatomico a carico dei legamenti, anche se è avvertibile un lieve dolore;
- grado 1, quando il trauma provoca una distrazione del legamento, ovvero un danno microscopico alle fibre senza alcuna rottura o perdita di continuità; questo tipo di lesione è generalmente accompagnato da lieve dolore, gonfiore e sensibilità locale;
- grado 2, quando il trauma produce una rottura parziale del legamento, alcune fibre legamentose risultano danneggiate, mentre altre mantengono la loro continuità; questa lesione si manifesta con dolore significativo, gonfiore e una moderata instabilità dell’articolazione;
- grado 3, quando il trauma determina una rottura completa del legamento, il quale perde completamente la capacità di stabilizzare l’articolazione; il dolore è particolarmente intenso.
Legamenti della mano: come curare le lesioni?
In base alla gravità della lesione – accertabile tramite radiografie, ecografie o risonanze magnetiche – i legamenti coinvolti possono essere trattati in maniera conservativa o chirurgica.
Trattamento conservativo
Il trattamento conservativo è indicato per le lesioni meno gravi, fino al grado 2 e prevede:
- riposo;
- immobilizzazione dell’articolazione coinvolta, tramite tutori o fasciature;
- farmaci antinfiammatori non steroidei (fans), previo consulto medico;
- applicazione di ghiaccio, per 15-20 minuti ogni 2-3 ore nei primi giorni post-trauma;
- fisioterapia strumentale, ad azione antinfiammatoria e analgesica, come tecarterapia, laserterapia, ultrasuonoterapia, nella fase acuta (quella immediatamente successiva alla lesione)
- fisioterapia manuale, come la mobilizzazione articolare e lo stretching, nella fase subacuta (quella di riparazione e guarigione).
Trattamento chirurgico
Nei casi di lesione completa (grado 3) o di instabilità persistente, si può rendere necessario un intervento chirurgico per riparare o ricostruire il legamento lesionato.
Dopo l’intervento chirurgico, è fondamentale un periodo di immobilizzazione seguito da un percorso di riabilitazione post-operatoria comprendente, in progressione:
- la fase di mobilizzazione precoce, ossia esercizi passivi utili a evitare rigidità articolare;
- la fase di recupero della forza, cioè esercizi di rafforzamento muscolare per stabilizzare l’articolazione;
- la fase di recupero funzionale, ovvero esercizi di flessione, estensione, circonduzione, deviazione radiale e deviazione ulnare dell’articolazione del polso ed esercizi di coordinazione per ripristinare la completa funzionalità della mano.