Lesione di Bankart: cos’è e come si cura?
La lesione di Bankart, o lesione Bankart, è uno degli infortuni più frequenti della spalla. Prende il nome dal dottor Arthur Bankart, il chirurgo che per primo, nel 1923, ne descrisse il fenomeno.
Lesione di Bankart: cos’è
Con lesione di Bankart s’intende il distacco e la conseguente lacerazione della porzione anteriore o antero-inferiore del cercine glenoideo, una componente fondamentale dell’articolazione gleno-omerale della spalla.
Il ruolo del cercine glenoideo
Il cercine glenoideo o labbro glenoideo è un anello di fibro-cartilagine che funge da stabilizzatore passivo e favorisce l’interazione e l’unione tra la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola.
Un cercine glenoideo integro e in salute, infatti, riduce il rischio di:
- instabilità di spalla, condizione per cui la spalla si muove oltre i normali gradi di movimento e quindi tende non rimanere nella sua posizione naturale;
- sublussazione di spalla, infortunio per cui la testa dell’omero sguscia momentaneamente al di fuori della cavità glenoidea, per poi ritornare autonomamente nella sua posizione fisiologica;
- lussazione di spalla, infortunio che descrive la dislocazione, in modo permanente, della testa dell’omero dalla cavità glenoidea; per il ripristino della normale anatomia articolare occorre la cosiddetta manovra di riduzione.
Lesione Bankart: cause e fattori di rischio
Le cause
La lesione Bankart è molto spesso la conseguenza di ripetute lussazioni o sublussazioni anteriori della spalla. Questi due fenomeni si verificano solitamente in due circostanze:
- quando, durante un movimento di abduzione e rotazione esterna(extrarotazione) del braccio, una forza esterna spinge e fa leva sulla porzione posteriore della spalla;
- quando, durante una caduta di schiena, il soggetto impatta sul terreno con il braccio in estensione (cioè puntato all’indietro), così che la testa dell’omero subisca una spinta in avanti.
I fattori di rischio
A predisporre alla lesione di Bankart sono:
- gli sport di contatto, come il pugilato, il rugby o il football americano;
- gli sport o i lavori overhead, ossia che prevedono il sollevamento ripetuto del braccio sopra la testa, con l’omero in extrarotazione.
Lesione di Bankart: danni associati e conseguenze
I danni associati
Spesso, l’evento che causa la lesione Bankart produce simultaneamente altri danni, i più diffusi sono:
- lesione ossea di Bankart, frattura della porzione antero-inferiore della glena;
- lesione di Hill-Sachs, frattura da compressione a carico della porzione posteriore della testa dell’omero.
- stiramento della capsula articolare posteriore;
- stiramento del legamento gleno-omerale inferiore;
Più rara è l’associazione alla lesione SLAP; un tipo di lesione sempre a carico del cercine glenoideo, ma che però coinvolge la porzione superiore dell’anello fibro-cartilagineo.
Le conseguenze
La lesione di Bakart potrebbe predisporre all’instabilità di spalla, la quale a sua volta potrebbe generare altri eventi di lussazione (recidive).
Lesione di Bankart: sintomi
Una lesione Bankart provoca:
- dolore alla spalla durante i movimenti del braccio, in modo particolare quando si tenta di portare il braccio dietro la schiena o sopra la testa;
- senso di instabilità alla spalla;
- senso di debolezza nel complesso spalla-braccio;
- dolore alla spalla quando si carica il peso su di essa, ad esempio di notte, quando ci si gira sul fianco infortunato;
- riduzione della mobilità articolare.
Lesione Bankart: diagnosi
Dopo un evento traumatico con lussazione di spalla, che normalmente richiede un accesso al pronto soccorso, si consiglia di rivolgersi a un medico ortopedico specializzato nel trattamento delle patologie della spalla.
Per una diagnosi di Lesione Bankart, egli procederà con:
- esame obiettivo, una valutazione clinica basata sui test di forza, stabilità e resistenza;
- prescrizione di radiografia e risonanza magnetica(meglio se con mezzo di contrasto intrarticolare o ARTRO-RM);
- prescrizione della TC, per la valutazione più accurata dell’eventuale danno osseo.
Lesione di Bankart: trattamenti
Nella maggior parte dei casi, il trattamento di una lesione di Bankart è di tipo conservativo. Se, superati 3-6 mesi, tale approccio dimostra di non aver prodotto benefici, si procede con il trattamento riparativo di natura chirurgica.
Il trattamento conservativo
Nella fase iniziale, il trattamento conservativo prevede:
- riposo dell’articolazione gleno-omerale, il quale, talvolta, potrebbe includere l’immobilizzazione della spalla in una posizione specifica, tramite apposito tutore, per 2-4 settimane;
- applicazione locale di ghiaccio, per attenuare l’infiammazione;
- assunzione di antiinfiammatori non steroidei (FANS), al bisogno, previo consulto medico.
Successivamente, si procede con un percorso di fisioterapia, quale comprende:
- massoterapia, nella zona scapolare, per sciogliere le contratture e le retrazioni muscolari dovute all’immobilità;
- mobilizzazioni articolari, per ripristinare gli angoli di movimento dell’articolazione gleno-omerale;
- chinesiterapia attiva, un programma di esercizi di propriocezione scapolare (per migliorare la capacità di gestire i movimenti di adduzione e abduzione della scapola) e rinforzo muscolare (degli stabilizzatori della scapola, ossia trapezio medio, trapezio inferiore e romboidi, e della cuffia dei rotatori).
Il trattamento riparativo
L’intervento chirurgico è la risposta all’inefficacia del trattamento conservativo. Ma vi sono anche altri fattori che possono rendere indispensabile la chirurgia, ovvero:
- la giovane età del paziente;
- l’alta richiesta funzionale, come nel caso degli sportivi;
- la gravità dell’infortunio, lesioni più severe e/o associate ad altri danni articolari.
L’intervento può essere di due tipi:
- in artroscopia (o di Bankart), indicato nei casi in cui il paziente abbia avuto poche lussazioni, con danni capsulo-legamentosi minori e soprattutto con una superficie ossea glenoidea conservata;
- a cielo aperto (o di Latarjet), indicato nei pazienti con perdita ossea glenoidea superiore al 20%, oppure che hanno avuto molti episodi lussativi e in giovani che praticano sport di contatto.