Info e contatti: Tel. 067010639 – Email info@gruppofantauzzi.it

Tendinopatia achillea

Tendinopatia achillea: cos’è e come si cura?

Nonostante il tendine d’Achille sia il più robusto del nostro corpo è sottoposto a continue e significative sollecitazioni che possono lesionarlo. È il caso della tendinopatia achillea: approfondiamola.

Tendinopatia achillea: cos’è

La tendinopatia achillea è una condizione di sofferenza a carico del tendine d’Achille, la grossa fascia di tessuto connettivo che unisce i muscoli del polpaccio al calcagno.

Esistono due differenti tipi di tendinopatia del tendine d’Achille, quali possono coesistere nello stesso paziente:

  • tendinopatia inserzionale, si manifesta nel punto in cui il tendine d’Achille si inserisce sul calcagno (è spesso associata alla deformità ossea conosciuta come morbo di Haglund);
  • tendinopatia non inserzionale, è di origine vascolare, si manifesta a circa 2-3 cm dal calcagno e, pertanto, lontano dal suo punto d’inserzione.

Tendinopatia del tendine d’Achille: cause e fattori di rischio 

La tendinopatia achillea è una delle lesioni da sovraccarico, causata cioè dalla pratica di attività sportive oltre le fisiologiche capacità di recupero, prime tra tutte la corsa (non a caso viene chiamata anche tendinite del podista). È una condizione spesso invalidante per gli atleti professionisti, tanto da portare al ritiro definitivo in circa il 5% dei casi.

Son stati tuttavia evidenziati alcuni fattori predisponenti la comparsa di tale disturbo, ovvero:

  • obesità;
  • anomalie biomeccaniche degli arti inferiori (come pronazione del piede);
  • limitazione dei movimenti della caviglia;
  • precedente tendinopatia achillea;
  • malattie croniche che influenzano la qualità dei tendini (diabete, artrite reumatoide);
  • ridotta forza muscolare del polpaccio;
  • uso prolungato di cortisone e/o fluorochinoloni.

Tendinopatia achillea: sintomi

segni tipici della tendinopatia del tendine d’Achille sono:

  • dolore localizzato, con esordio graduale e che aumenta durante l’attività fisica;
  • dolore alla palpazione diretta sul tendine d’Achille, quale risulta anche utile per una diagnosi differenziale (cioè per la distinzione tra i due tipi di tendinopatia achillea o da altre condizioni patologiche, come malattia di Sever, la fascite plantare, la frattura del calcagno, ecc.)
  • gonfiore e arrossamento sull’area interessata;
  • rigidità, soprattutto dopo un lungo periodo di riposo;
  • riduzione della forza.

Tendinopatia del tendine d’Achille: trattamenti

La cura della tendinopatia del tendine d’Achille è, nelle sue fasi inziali, di tipo conservativo; agisce sulla sintomatologia e non sulle cause. Consiste in:

  • riposo funzionale;
  • farmaci antinfiammatori;
  • fisioterapia, sia di tipo strumentale (tecarterapialaserterapia e onde d’urto) che manuale (per equilibrare le tensioni miofasciali della gamba e del piede).

Nel caso in cui le terapie conservative non sortiscano agli effetti desiderati, si opta per altri approcci terapeutici, a seconda del tipo di tendinopatia:

  • inserzionale, si procede con un intervento chirurgico di asportazione dell’esostosi che è alla base della patologia;
  • non inserzionale, si attuano terapie biologiche che, utilizzando il potenziale rigenerativo delle cellule staminali multipotenti, riescono a determinare una rigenerazione del tessuto tendineo; a ciò possono essere associati interventi chirurgici mininvasivi per controllare il dolore e migliorare la vascolarizzazione del tendine.